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Irap, Irpef e Tarsu alle stelle. Imprenditori e lavoratori tartassati. E, nei comuni, la peggiore qualità della vita che si registri in Italia. Qualcuno già comincia a chiamarla fiscalità di svantaggio: peggio stai, peggio ti tratto. A un anno dall’insediamento del governo di Silvio Berlusconi e della giunta regionale di Raffaele Lombardo, la Regione Siciliana gode davvero di un pessimo primato. Mentre in convegni e seminari si continua a parlare dell’importanza in chiave nazionale di una politica economica compensativa, mirata al rilancio economico e sociale del Sud, il governo nazionale si comporta in senso diametralmente opposto. Crisi o non crisi, poco cambia: l’esecutivo continua imperterrito a sferrare colpi di accetta, pensando di poter far uscire dalle secche la nazione non già puntando sul Sud, ma, al contrario, privandolo di ogni risorsa.

Ha scritto bene Emilio Giardina: le misure fiscali di sviluppo devono riguardare gli investimenti produttivi e non le spese correnti degli imprenditori. Paletti del resto ben chiariti dall’Unione europea, pronta a bocciare per concorrenza sleale qualsiasi incentivo che si discosti da tali limiti. Ma quello che deve essere chiaro è che fino all’insediamento di questa squadra di governo uno strumento di transizione verso una piena fiscalità di sviluppo, in Italia, esisteva già. E si chiamava credito d’imposta. Ideato e realizzato dal governo Prodi dopo lunghi negoziati con Bruxelles, il credito d’imposta è stato smantellato senza esitazioni nel primo atto ufficiale del ministro Tremonti. Un colpo tremendo per il tessuto produttivo della Sicilia, inferto nel silenzio acquiescente del primo inquilino di Palazzo dei Normanni.

Lombardo ha permesso che venisse neutralizzato l’unico strumento collaudato di cui il Paese disponesse, promettendo una tempestiva legge regionale. Questo accadeva un anno fa: da allora, come è noto, nulla è stato fatto anche a causa di interminabili guerre interne tra gli esponenti di spicco della maggioranza. Non c’è disegno di legge che in Ars non alzi un vespaio di polemiche. Un conflitto che di fatto paralizza ogni minima possibilità di riforma, di rilancio, di pianificazione delle risorse. Così, tra l’antimeridionalismo attivo dell’esecutivo nazionale e l’imbarazzante immobilismo della giunta siciliana, le famiglie, i lavoratori e gli imprenditori siciliani vivono ogni giorno la condizione assurda di pagare le tariffe e le tasse più alte per ricevere i peggiori servizi e vivere in una delle regioni economicamente più depresse del Paese.

Una situazione paradossale, che mette in evidenza una doppia inadeguatezza dell’esecutivo regionale. Una territoriale di merito, dal momento che la giunta non riesce a fare un singolo passo avanti nelle riforme necessarie. L’altra nazionale e di metodo, visto che Lombardo – che a quanto ci risulta è anche leader di un partito di maggioranza – fino ad oggi si è dimostrato incapace di arginare la deriva antisociale di Tremonti. È davvero possibile andare avanti così? Oggi più che mai l’isola ha bisogno di una giunta solida e autorevole, che garantisca un’azione efficace sul territorio e che sia in grado di affrontare senza complessi di inferiorità gli uomini e le politiche antimeridionali del governo nazionale.

Post Author: DantonioSoul77

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