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Nel Mezzogiorno, e in particolare in Sicilia, si cominciano a manifestare i primi segni di un cedimento del sistema dei trasporti che non ha precedenti nella storia del nostro Paese. Una conseguenza della scellerata politica economica del governo, che finanzia tutto – persino le quote latte degli allevatori settentrionali che non rispettano le regole – con i soldi destinati agli investimenti nelle aree deboli del Sud.

Così Ferrovie dello Stato ha deciso di ridurre il servizio e di tagliare sull’Isola 600 posti di lavoro. Intanto Cai, assoluta monopolista sulle tratte nazionali, riduce all’osso i voli verso Roma e Milano, abbassando la qualità del servizio e mantenendo alte le tariffe. L’Alitalia trova così nel Mezzogiorno una miniera capace di assicurare la più classica tra le rendite di posizione.

Bene fanno i ferrovieri siciliani a incrociare braccia di fronte alle sforbiciate di Trenitalia, che pure si è vista tagliare 700 milioni di euro dalla Finanziaria di Tremonti. Bene fanno le famiglie e i professionisti siciliani a protestare e amobilitarsi per la situazione davvero intollerabile del trasporto aereo. Finalmente anche Lombardo sembra cominciare a rendersi conto dello scandaloso stato di cose. Era ora. Certo, per farlo ha dovuto subire personalmente le conseguenze di un sistema al limite del collasso. Vorrà dire che per una volta ringrazieremo una compagnia aerea per il disservizio offerto.

L’esecutivo crede forse di aver blandito i meridionali con lo spot del ponte sullo Stretto. Per nascondere la propria azione antimeridionalista ha pensato bene di nascondersi dietro questo vessillo che non incide in alcun modo sulla crisi, dal momento che nessuno sa se e quando vedrà aprire i cantieri.

Nei fatti neanche un euro è stato stanziato per le ferrovie del Sud, che al contrario sono state falcidiate già dalla manovra estiva.  Neanche un nuovo progetto immediatamente cantierabile è stato presentato al Cipe dello scorso 6 marzo. Al contrario sono state cancellate dalle tabelle le più importanti infrastrutture di raccordo del Mezzogiorno. Neanche un centesimo è stato messo per lo sviluppo del  meridione dall’esecutivo, che invece prosciuga i fondi europei e blocca il Fas destinati alle regioni del Sud.

La delibera dell’ultimo Cipe, osannata da tutti i ministri e presentata come rivoluzionaria, in realtà non prevede nuovi stanziamenti, ma si limita a riprogrammare fondi europei ottenuti dal governo di Romano Prodi. In questo modo, attraverso un complicato gioco di scatole cinesi, l’esecutivo Berlusconi riesce a eludere il vincolo che impone di destinare l’85 per cento di queste risorse per il Mezzogiorno. Usa i soldi delle aree deboli per soccorrere quelle più forti.

Mentre il presidente del consiglio celebra a bordo del Frecciarossa le incredibili prestazioni dell’alta velocità, il Sud rimane a piedi. Un’asimmetria inaccettabile, che alla fine ha portato anche importanti esponenti della maggioranza come Giuseppe Castiglione a protestare per l’inservibile stato della rete siciliana, a cominciare dalla linea Catania-Palermo: 241 chilometri in 5 ore. Se tutto va bene.

Quanto ancora dovrà continuare questo doppiopesismo? A Tremonti, Matteoli e a tutti gli altri ministri che cercano di vendere l’invendibile e di far passare per oro colato lo scempio compiuto ai danni del meridione, consiglieremmo di stare attenti. Non è con le menzogne che riusciranno a nascondere le proprie responsabilità di fronte ai cittadini e al loro crescente malcontento.

Post Author: DantonioSoul77

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