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Nel Mezzogiorno tutte le criticità nazionali si ripresentano con maggiore intensità. Ma la distanza che separa le vicissitudini del Sud dalla politica del governo nazionale appare oggi siderale. Il 25 maggio 2010 il governo ha varato una finanziaria correttiva da 25 miliardi.

L’elemento che più allarma in questa manovra è la totale cancellazione della questione meridionale dall’agenda nazionale. Nel quaderno vengono analizzati i principali capitoli che rendono la cosiddetta finanziaria estiva 2010 tra i provvedimenti più antimeridionalisti che l’Italia ricordi.

Viene poi descritto il peso economico crescente dell’area euromediterranea nello contesto globale e il ruolo cruciale che il Mezzogiorno può giocare in questo scenario. L’integrazione di questa area, dove vivono 900 milioni di persone, rappresenta un’occasione formidabile per l’Europa e in particolare per le zone deboli dell’Italia, che si pongono come ponte naturale tra il vecchio continente e il bacino del Mediterraneo.

Appare dunque urgente battersi per l’istituzione in Italia di un ente bancario sovranazionale e autonomo che si occupi di garantire il credito a quelle piccole e medie realtà produttive in grado di creare sviluppo nel bacino del “mare nostrum”. Al nostro paese è data oggi la possibilità di guidare questo processo di integrazione grazie anche alla felice combinazione che ci vede alla presidenza Parlamento euromediterraneo.

Post Author: DantonioSoul77

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