Quindici proposte di riforma nel segno della legalità, della produttività e della semplificazione. È il contenuto del documento PD “Le pubbliche amministrazioni al servizio dei cittadini, delle imprese, del Paese”, presentato dal segretario Guglielmo Epifani e dal responsabile PA, Sergio D’Antoni.
L’iniziativa è stata dedicata al sindaco scomparso Laura Prati.
Tra gli interventi, i segretari dei tre principali sindacati Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, il vicepresidente Confindustria Gaetano Maccaferri e i presidenti Anci e Upi Piero Fassino e Antonio Saitta.
Al centro dell’iniziativa, l’idea che un settore complesso come quello della PA, non si cambia con norme-bandiera o con indiscriminati tagli lineari. “Dobbiamo superare la sterile impostazione demagogica e delegittimante che ha caratterizzato i governi passati – spiega D’Antoni – . La PA rappresenta una grande risorsa per il paese, non una palla al piede. Certo, occorre efficientare, semplificare e rinnovare. Ma questi traguardi si ottengono con riforme partecipate, volte a responsabilizzare dirigenti e dipendenti pubblici nei processi di controllo”.
Istituzionalizzare questo modello, si legge nel documento, vuol dire rafforzare l’impianto privatistico del rapporto di lavoro e destinare parte dei risparmi ottenuti da un più stringente controllo alla contrattazione di secondo livello, che lega le retribuzioni alla produttività.
Il PD chiede poi un criterio di flessibilità in uscita anche per i dipendenti pubblici, con l’estensione del progetto di legge Damiano-Baretta anche nel pubblico impiego, e la ripresa di un turnover pari almeno al 50%, destinato per metà ai vincitori di concorso non immessi in servizio e ai precari specializzati.
Si propone inoltre l’indennizzo automatico e forfettario per chi subisce ritardi nelle procedure amministrative e una mobilità nuova, che riallochi dove possibile le pratiche negli uffici sottoutilizzati. Di qui la necessità di accelerare e unificare le risorse informatiche secondo criteri di open government. Quanto al fondamentale capitolo della legalità, il documento invoca un rafforzamento della legislazione relativa alla incandidabilità per reati di mafia, che deve scattare prima del terzo grado di giudizio. Si chiede inoltre una nuova e severa normativa sul falso in bilancio e l’introduzione del reato di autoriciclaggio. Sul piano amministrativo si invoca poi che le amministrazioni centrali e periferiche dello Stato acquistino tutti i beni e i servizi necessari al loro funzionamento aderendo alla Consip.
Che le procedure e i meccanismi della mastodontica macchina della PA vadano alleggerite valorizzata secondo gli standard dei più grandi paesi europei è sotto gli occhi di tutti – si legge sull’introduzione del documento –. Vanno ridotti drasticamente i centri di spesa. Ridotte le consulenze improduttive e i costosi quanto inutili outsourcing. Ma non è delegittimando la PA e il pubblico impiego che si dà speranza all’Italia. Bisogna riconoscere nuova competenza e nuova autonomia ai lavoratori. Non c’è strada migliore per reimpostare i rapporti tra politica e istituzioni, incardinando la nuova dirigenza su binari “manageriali”, lontani dalle logiche dello spoils system. Non c’è via più diretta per sfrondare radicalmente la burocrazia, rilanciare modelli organizzativi, trasformando finalmente l’amministrazione pubblica in un fattore decisivo di crescita e di sviluppo nazionale.